giovedì 14 maggio 2015

giovedì 22 agosto 2013

L'Art...

"C'est l'Art qui nous libère de la routine littéraire et artistique... Il nous guérit la fatigue sociale de l'âme et rajeunit la perception usagée. Il restitue à l'expression avilie le sens actif et la représentation réaliste. Il ramène la vérité dans la sensation et la probité dans l'émotion. Il nous apprend à nous servir de nos sens et de nos âmes comme si rien encore n'en avait dépravé la vigueur ou ruiné la clairvoyance. Il nous apprend à voir et à écouter l'Univers comme si nous en avions seulement maintenant la saint et soudaine révélation. Il ramène sous nos regards la grâce d'une Nature qui s'éveille. Il nous rend les heures enchanteresses du matin primitif ruisselant de créations neuves. Il nous rend pour ainsi dire l'homme émerveillé qui écouta naître les voix dans la Nature, qui assista à l'apparition du firmament et devant qui le Ciel se leva comme un Inconnu.
(...)
L'Art est l'écoute de cette voix intérieure. Il nous apporte le murmure enfoui. Il est la voix de la conscience surnaturelle qui siège en nous sur le fonds inaliénable et perpétuel. Il nous ramène dans le site primordial de notre Être et dans le Lieu immense où nos sommes dans l'Univers entier. (...) L'Art est le sens d'Harmonie qui nous restitue au doux rythme du Monde, et nous rend à l'Infini qui nous appelle.
Alors tout en nous devient participant du rythme absolu où se développe le phénomène complet du Monde".

(Gaston Roupnel)

venerdì 21 giugno 2013

La canzone dell'italiota.

"Siam felici, siam contenti del cervello che teniamo,
abbiam l'elica che ci obbliga ad andar sempre col vento.
Se ci dicon: quello ruba, quello truffa, quello frega,
noi alziamo la spalluccia e da idioti sorridiam.

Perché siamo gli italioti, razza antica indo-fenicia,
siam felici, siam contenti del cervello che teniamo.

Anche voi dovreste farlo: trapanatevi il cervello
e mettetevi anche un'elica, per andar sempre col vento.

Trapaniamoci festanti, riduciamoci il cervello
e così sarà più bello, non avremo da pensar.

Se diranno: quello ruba, quello truffa, quello frega,
gli daremo i nostri voti, tutta quanta la fiducia
e sarem tutti italioti, un po' ottusi di cervello.

Su, sbrigatevi, curatevi anche voi, fate così,
anche voi fate così, anche voi fate così!"

(Dario Fo)

sabato 15 giugno 2013

Écrire...

"Écrire ne consiste jamais à perfectionner le langage qui a cours, à le rendre plus pur. Écrire commence seulement quand écrire est l'approche de ce point où rien ne se révèle, où, au sein de la dissimulation, parler n'est encore que l'ombre de la parole, langage qui n'est encore que son image, langage imaginaire et langage de l'imaginaire, celui que personne ne parle, murmure de l'incessant et de l'interminable auquel il faut imposer silence, si l'on veut, enfin, se faire entendre.
[...] Ce point [...] nous met nous-mêmes à l'infini, est le point où ici coincide avec nulle part. Écrire, c'est trouver ce point. Personne n'écrit, qui n'a rendu le langage propre à maintenir où à susciter contact avec ce point”.

(Maurice Blanchot)

mercoledì 29 maggio 2013

L'intelligence.

"L'intelligence s'intéresse à tout: les mondes, les arts, les civilisations, les ébauches et les accomplissements, tout lui importe et tout lui appartient. Elle est l'intérêt universel qui comprend tout passionnément, tout par rapport à tout".

(Maurice Blanchot)


sabato 29 settembre 2012

L'homme...

"L'homme n'est qu'une invention récente, une figure qui n'a pas deux siècles, un simple pli dans notre savoir, et qu'il disparaîtra dès que celui-ci aura trouvé une forme nouvelle".

(M. Foucault)

venerdì 21 settembre 2012

Vampiro.

"La Società degli esseri è un vampiro
che non vuole andarsene
e che è legato
nervo a nervo
e fibra a fibra
al proprio oggetto:
lo sfruttamento indefinito del corpo dell'uomo umano."

(A. Artaud)

martedì 8 maggio 2012

Allegoria.

"Quei pensatori in cui tutte le stelle si muovono in orbite cicliche, non sono i più profondi; chi scruta entro se stesso come in un immenso spazio cosmico e porta in sé vie lattee, sa anche come siano irregolari tutte le vie lattee: esse conducono fin dentro al caos e al labirinto dell'esistenza".

(F. W. Nietzsche)

sabato 5 maggio 2012

Illusione dei contemplativi.

"Gli uomini d'alto livello si distinguono dagli inferiori per il fatto che vedono e ascoltano indicibilmente di più, per il fatto che vedono e ascoltano pensando - questo appunto differenzia l'uomo dall'animale e gli animali superiori da quelli inferiori. Una sempre maggiore pienezza ha il mondo per colui che cresce fino ad attingere le vette dell'umanità; sempre più spesso gli vien gettata l'esca dell'interesse; in continuo sviluppo è la quantità dei suoi stimoli e così pure quella dei suoi modi di godere e di soffrire - l'uomo superiore diventa al tempo stesso sempre più felice e più infelice. Ma in tutto ciò gli resta fedele compagna un'illusione: crede di essere posto come spettatore e ascoltatore dinanzi al grande spettacolo visivo e sonoro che è la vita; chiama la sua natura contemplativa e, ciò facendo, si lascia sfuggire che è lui stesso il vero poeta e l'inesausto poeta della vita - e che, se anche si distingue indubbiamente molto dall'attore di questo dramma, il cosiddetto uomo d'azione, ancora più si distingue da un mero osservatore e un semplice ospite d'onore davanti alla scena. A lui come poeta è certamente propria la vis contemplativa e  lo sguardo retrospettivo sulla sua opera, ma al tempo stesso gli è propria innanzitutto la vis creativa, che manca all'uomo d'azione, a onta di quel che possono affermare l'apparenza e l'opinione comune. Siamo noi, i pensanti-senzienti, a fare realmente e continuamente qualcosa che ancora non esiste: tutto il mondo, che sempre crescerà, di valutazioni, colori, pesi, prospettive, scale, affermazioni e negazioni. Questo poema da noi inventato è continuamente assimilato nell'apprendimento e nell'esercizio, tradotto in carne e realtà, anzi in quotidianità, dai cosiddetti uomini pratici (i nostri attori, come si è detto). Ciò che soltanto ha valore nel mondo attuale, non è che lo abbia in se stesso, secondo la sua natura - la natura è sempre priva di valore: il fatto è invece che questo valore gli è stato dato, donato una volta, e fummo noi a dare e donare! Soltanto noi abbiamo creato il mondo che in qualche modo interessa gli uomini! - Ma appunto questa consapevolezza ci fa difetto e se anche per un momento riusciamo a coglierla, subito dopo torniamo a dimenticarla: disconosciamo la nostra forza migliore e valutiamo noi stessi, i contemplativi, a un livello più basso - non siamo né così superbi né così felici come potremmo essere".

(F. W. Nietzsche)

martedì 24 aprile 2012

Luci e ombre.

"I libri e gli scritti variano col variare dei pensatori: l'uno ha raccolto nel libro le luci che, ai fulgori d'una conoscenza balenatagli improvvisa, seppe carpire in un attimo e far sue; l'altro restituisce solo le ombre, le immagini in grigio e nero di ciò che il giorno innanzi si era andato costruendo nell'anima sua".

(F. W. Nietzsche)